Da alcuni chiamata la religione senza Dio, da molti confusa col Buddhismo, da troppi del tutto ignorata. Osserviamo da vicino gli aspetti che caratterizzano la religione più antica nella storia Cinese e perché sia stata anche la più snobbata.

Taoismo spiegato da TianLab

Cosa NON è il Taoismo

Meglio ribadire, il Taoismo non è il Buddhismo, tantomeno il Confucianesimo.

 

I primi due si sono influenzati reciprocamente per anni restando sempre ben distinti e il terzo fu una reinterpretazione di alcuni concetti etici e morali commissionata dall’Imperatore reggente nel III secolo a.C. a un certo Kongfuzi (per noi Confucio).

Il compito fu di unificare (se non riscrivere) i testi classici, ma l’impresa non riuscì tanto bene.
Immaginate di ritrovarvi con una nuova edizione del vostro libro preferito che però esprime un pensiero totalmente differente dall’originale, cosa fareste?

Buona parte dei Taoisti, pur essendo aperti al cambiamento, la confutò e lo bocciò considerandolo più utile ai governanti che ai fedeli. Addirittura istituirono le pratiche anti-confuciane, che consistevano nell’allontanamento dalla pratica politica tramite il ritiro in eremitaggio. Anche se non del tutto compreso, nacque così il Confucianesimo che accompagnò per millenni il Taoismo, mano nella mano.

La storia del Taoismo

Il Taoismo ha una passato curioso, malgrado sia il sistema di credenze più antico della storia Cinese non fu religione e non ebbe neanche un nome fino a quando nei primi secoli dopo Cristo arrivò il Buddhismo dall’India e, per evitare che fosse assorbito dal Fojiao (insegnamento del Buddha), gli fu affibbiato il termine contrapposto Daojiao (insegnamento del Tao).

Siddharta, l’ultimo Buddha, era morto 600 anni prima ma il Tao aveva radici ben più profonde. Se ne ritrovano tracce nelle tradizioni orali di maghi e indovini risalenti ai tempi più remoti della storia cinese, tramandato e germogliato poi in seno allo sciamanesimo e all’animismoper sbocciare circa 2500 anni fa.

E’ a questo periodo che alcuni studiosi fanno risalire le sue origini, attribuite a tre testi essenziali che in una raccolta di aforismi e analogie, costituivano la prima impalcatura intellettuale della dottrina:

 

  • il Daodejing steso da Laozi nel 400 a.C.
  • lo Zhuangzi, attribuito ad un omonimo autore circa un secolo dopo
  • il Liezi, anche’esso attribuito ad un omonimo autore circa un secolo dopo

A complicare ogni tentativo di ricerca sulla sua nascita ci si mette il Taoismo stesso che, proprio per la sua peculiarità non dogmatica che incoraggia il cambiamento (Yì), si rivela la più mutevole fra tutte le religioni.

 

Il Taoismo di oggi

Il Taoismo di oggi è molto diverso da quello di 500 anni fa e sarà altrettanto mutato fra 500 anni.

Dal Buddhismo ereditò a piene mani tutto il linguaggio sulle pratiche meditative, i mantra, la fisiologia dei centri energetici e lungo la storia hanno continuato a sorgere tantissime scuole con interpretazioni più tendenti a questa o quell’altra corrente incrociata nei secoli.

Siddharta, Laozi, Confucio

Foto di gruppo. Da sinistra: Siddharta, Laozi, Confucio.

Anche il Taoismo ha un’anima

Nonostante le ramificazioni però il Taoismo ha conservato l’anima intatta.

La sua caratteristica più salda è quella di aver sempre rifiutato di indagare sulla natura del Tao e possiamo star tranquilli che lo farà anche fra 1000 anni, semplicemente perché la sua natura trascende la nostra capacità di comprenderlo.

In questo blog abbiamo già provato a chiarire il significato del Tao, ma solo riguardo al suo simbolo e alla via che suggerisce, perché in realtà oltre a non poterlo descrivere è difficile anche provare a classificarlo.

Non si può dire con certezza se sia un divinità con una sua personificazione o un elemento naturale divinizzato, anche inquadrarlo come energia creatrice può essere fuorviante poiché l’energia, il Qi è solo una sua emanazione (il suo “soffio”).

Il Taoismo stesso considera inutili queste argomentazioni mentre investe tutti il suo interesse nel descriverne gli effetti osservando la realtà in divenire. Questo ci aiuta a capire anche quanto questa religione sia atipica e difficile da comprendere per noi occidentali, più abituati a libri sacri con insiemi di regole e precetti da seguire, con un fondatore e spesso un Dio immutabile, tutte cose assenti nel Taoismo.

Forse sei Taoista e non lo sai

Il modello di vita però è ben più chiaro, l’intenzione di un buon Taoista è di trovare un equilibrio in tutto ciò che fa, per scoprire e conoscere prima di tutto se stesso, poi la famiglia, il villaggio, la nazione ed in fine il Mondo.

La meditazione e la riflessione sulle proprie azioni sono il suo pane quotidiano, pratiche che hanno l’effetto (e spesso in passato anche l’obiettivo) di donare salute e longevità.

L’intento del saggio è vivere in armonia col Tao e accompagnare gli altri nel rispetto delle loro esigenze alla realizzazione del suo stesso percorso, la comunione con tutto ciò che esiste.

Questa armonia è ricercata attraverso il Wei-Wuwei (l’agire senza agire), non tanto un’inerzia passiva a qualunque cosa accada, bensì un’azione volta ad assecondare il Tao.

Sicuramente tratteremo in modo più approfondito il senso del Wuwei ma per ora possiamo riassumere dicendo che è il principio secondo cui un Taoista cerca di non deviare o andare contro il Tao, di non fare niente in più di quanto serva.

La “non-azione” va attuata ascoltando lo Ziran (spontaneità, naturalezza), sviluppando i propri talenti naturali in un flusso spontaneo, in armonia con se stessi, nel mondo e col mondo. La metafora più nota per definire questo principio è quella di una sinfonia perfetta dove i diecimila esseri formano l’orchestra di strumenti e in cui il Tao stesso ne è compositore e direttore.

Un buon Taoista cerca di tornare alla spontaneità propria del neonato quando fra il Tao e l’uomo non si è ancora insinuato alcun artificio. Così liberandosi dai vincoli razionali sviluppa l’abilità di seguire il flusso naturale delle cose, proprio come un artigiano dopo un lungo apprendistato impara ad esprimere la sua arte senza pensare, facendo solo ciò che serve.

yin e yang nero

Ovunque la filosofia Taoista è pervasa dai concetti di armonia perfetta (Taihe) e unità olistica (Taiyi).

Gli antichi maestri cinesi sapevano bene che siamo in grado di descrivere il mondo solo attraverso gli opposti, così elaborarono una teoria che racchiudesse l’unità del Tao con la visione del Mondo separata e parziale tipica dell’uomo, la teoria Yin-Yang (ombra-luce).

E’ vero che non possiamo definire l’alto se non abbiamo un basso, il caldo senza il freddo o il piacere senza il dolore, ma è proprio per questo che stiamo parlando di categorie relative ad un punto di vista soggettivo.

Il Mondo è uno e integro ma mentre qui in Italia boccheggiamo al caldo di una giornata estiva, in Nuova Zelanda dormono al calduccio delle coperte, in una notte invernale.

visione Confuciana, Buddhista
Le differenze peculiari fra la visione Confuciana, Buddhista e Taoista, esposte perfettamente in questa vignetta pubblicata da zenon.it che ringraziamo per il bellissimo articolo comparativo.

Niente è un bene o un male di per sé, il Taoismo non ha mai riconosciuto quella che noi occidentali chiamiamo l’eterna lotta fra il Bene e il Male. L’unico “male” risiede negli eccessi attuati dagli esseri viventi e il riequilibrio avviene naturalmente attraverso il De (virtù, potenza) che è l’azione del Tao, il cui movimento influenza ogni cosa. Possiamo definirlo come un carisma o un’attrazione che consiste in un’azione più che altro indiretta del Tao, un’influenza passiva presente e percepibile in tutto ciò che c’è.

Proprio come l’acqua, la Via è un corso che cambia direzione col variare delle circostanze ed il Taoista non può conoscerne tutte le variabili, il suo solo compito è quello di abbandonare la tendenza umana di resistere al suo flusso nella vana illusione di poter imporre il proprio volere, deve invece assecondarne le correnti come fa un saggio barcaiolo.

Volendo ci sono anche le regole

Le pratiche Taoiste sono comunque date alla discrezione dello stesso praticante che deve compiere il suo percorso personale, qualunque esso sia, col bisogno di sbagliare per comprendere la verità ultima, il Tao.

Per alcune Scuole di pensiero ci sono templi e monasteri ma solo come luoghi di raccolta e incontro per saggi, studiosi e praticanti. Non è necessaria neanche l’iniziazione (il battesimo dei Cristiani), per essere un Taoista basta vivere nel Tao.

Oltretutto non è prevista alcuna opera missionaria di conversione, anche perché un buon Taoista non potrebbe mai porre la sua religione al di sopra di un’altra, tutte hanno loro dignità e virtù poiché il Tao si manifesta in esse come in ogni forma del creato.

Ciascuno può realizzarsi per vie misteriose agli altri ma chiare a sé ed è bene che scopra da solo la sua, così chi si avvicinerà al Taoismo sarà accolto a braccia aperte, chi lo abbandonerà sarà salutato come un figlio che parte alla scoperta di terre lontane.

Religione del Popolo

Alla luce di tutto questo, con una religione del genere non ci fai niente, non controlli i popoli, non comandi gli eserciti, non fai paura a nessuno insomma. E’ anche vero però che proprio per la sua apertura a influenze esterne, in alcune fasi della storia cinese è stata anche religione di Stato e da essa sono nate organizzazioni, gruppi e sette di varia natura.

Anche se il Tao non era usato come spauracchio per influenzarne i membri ma solo come punto di unione per condividere idee e intenti paralleli alla dottrina, l’esistenza di queste forme organizzate fu anche occasione di lotte intestine e ribellioni fino ai periodi più recenti.

Durante la dittatura comunista degli anni ’60, Mao assestò un forte colpo a tutte le religioni in Cina distruggendo tantissimi testi e templi di vari retaggi. Fra esse il Taoismo fu forse quella più colpita grazie anche al fatto che di rado ha manifestato un certo appeal per i sistemi politici di controllo.

Tutt’oggi malgrado sia la quinta religione al mondo per diffusione, paradossalmente è risaputo che sia anche la meno conosciuta, ma probabilmente è quella che più rispecchia e rispetta gli esseri viventi.

4 thoughts on “Il Taoismo spiegato agli occidentali

    1. Ciao Giancarlo, grazie per il tuo commento e benvenuto in TianLab!
      Mi fa piacere che il nostro articolo ti sia piaciuto e sia stato utile.

  1. Ciao Angela, ho letto questo articolo per distrarmi un pò mentre stò traducendo il Daodejing di Laozi: a Maggio 2022 dovrei riuscire a pubblicarlo su amazon per le poche persone che lo cercheranno, ma credo che stò facendo una buona traduzione in prosa una forma che mi permette di poter spiegare in poche frasi il messaggio del testo originale. Hai scritto un bell’articolo senza ripetere le solite traduzioni note che sembrano tutte uguali ed iniziano scrivendo che il Dao non può essere detto o nominato.

    1. Ciao Davide, felice di sapere che l’articolo ti sia piaciuto. Si, era proprio nostra intenzione creare un articolo sul Taoismo “diverso”, creativo ed eventualmente divertente per far avvicinare in modo semplice e chiaro le persone a questo interessantissimo sistema di credenze.

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