Grandi domande per piccoli curiosi
A queste domande ormai noi adulti non cerchiamo più risposta, un po’ le snobbiamo, forse le fuggiamo o forse abbiamo smesso di fantasticare sul mistero della vita. Ma le persone più curiose al mondo, i bimbi, fortunatamente ci regalano ancora il bisogno di fare uno sforzo di creatività.
Si potrebbe rispondere in tanti modi differenti e, a volte, scegliamo quelli più scontati, come ad esempio:
“Il mondo e tutti gli esseri animati e inanimati sono stati creati da Dio…”
“C’era una volta un Dio dai capelli lunghi e bianchi che cominciò a giocare con il pongo…”
“In principio c’era il caos che poi si trasformò in cosmo e diede origine agli dei e così via…”
Se lo chiedessero a te, come risponderesti?
Sulla creazione dell’Universo concorrono molti miti e molte storie trasmesse da popolazioni di diversi luoghi e culture, che si sono mescolate nel tentativo di raccontare l’origine del mondo e del suo creatore. Tra le altre esiste un’affascinante leggenda cinese intrisa di significato e facile da ricordare, per restituire ai più grandi la capacità di sognare e per raccontare una favola anche ai più piccoli. Oggi te la voglio raccontare.
La mitologia cinese è ricchissima di storie avvincenti di dei, semidei ed esseri fantastici, con poteri magici e capacità sovraumane. Alcune di esse sono tramandate oralmente e altre narrate anche in letteratura. Per il mito della creazione troviamo la leggenda di Nüwa o dell’Imperatore di Giada, ma il racconto più poetico è quello di Pangu, il Dio mitologico più antico, il primo essere vivente e creatore dell’Universo.
La leggenda di Pangu
La sua storia è narrata da Xu Zheng nel San Wu Li Ji durante il periodo dei Tre Regni, ma ha un’origine molto più antica, era raccontata solo a voce dagli antenati cinesi.
In principio non esisteva né Cielo né Terra, ma solo un grande vuoto abitato da un’immensa energia, puro potenziale che, a poco a poco, si condensò e formò un gigantesco uovo nero. All’interno dell’uovo per diciottomila anni crebbe un gigante di nome Pangu.
Un giorno si svegliò all’improvviso, aprì gli occhi e sentendosi oppresso all’interno dell’uovo ormai troppo piccolo, afferrò un’ascia e ruppe il guscio in due metà. Ci fu un grande boato, i frammenti chiari e leggeri si alzarono verso l’alto creando il Cielo, quelli più scuri e pesanti discesero verso il basso formando la Terra.
Pangu, per paura che Cielo e Terra potessero richiudersi e fondersi tra loro, si mise in piedi per impedirlo. Aprì le sue grandi mani per trattenere il Cielo e con le sue potenti gambe fissò la Terra verso il basso.
Pangu cresceva diventando di giorno in giorno più alto di tre metri. Anche il Cielo ogni giorno si sollevava di tre metri più in alto e la Terra cresceva di tre metri più fitta.
Continuò così per altri diciottomila anni, finché la Terra fu enorme, il Cielo infinitamente vasto e Pangu divenne un gigante colossale. Il Cielo e la Terra sembrano aver preso forma gradualmente e Pangu non dovette più preoccuparsi che si fondessero tra loro. Così alla fine, stremato dalla fatica, si distese e si preparò a morire.
Il suo corpo cominciò a trasformarsi. Il suo respiro formò il vento e le nuvole, il suo sudore originò pioggia e rugiada, la sua voce divenne tuono, i suoi occhi presero posto in cielo, quello sinistro formò il Sole e quello destro la Luna. Le sue vene divennero sentieri e dal suo sangue nacquero i fiumi e i mari.
Le montagne e le colline presero forma dal suo petto, dai sui muscoli i campi, i suoi capelli formarono fiori e alberi, i suoi denti e le sue ossa divennero pietre e rocce, il midollo e lo sperma diventarono gioielli e giada. Le sue pulci furono sparse dal vento, generando gli uomini e le altre specie viventi.
Si dice che quando i suoi occhi erano aperti, il Cielo era limpido e quando li chiudeva diventava buio. La primavera e l’estate furono create dal calore dalla sua bocca aperta e quando la chiudeva arrivava il freddo con l’autunno e l’inverno. Pangu ha creato il Cielo, la Terra e l’Uomo, donando il suo corpo per rendere l’Universo ricco, armonioso e vario.
Pangu e il pensiero taoista
La leggenda di Pangu trasmette il riflesso del pensiero taoista cinese, secondo il quale ogni cosa nasce dalla stessa essenza ed è inevitabilmente connessa alle altre. Separando Cielo e Terra si crea la polarità Yin e Yang e si inserisce l’Uomo al centro. L’Uomo è un microcosmo che abita e fa parte del macrocosmo, perciò vi è legato e ne segue le stesse regole. Non solo, in questa visione anche l’interno del nostro copro è come una riproduzione in miniatura della natura come suggerisce l’antica rappresentazione del Nei Jing Tu.
Puoi approfondire leggendo il taoismo spiegato agli occidentali.Naturalmente connessi
Qualunque bimbo, nell’ascoltare questa storiella, percepirebbe autonomamente il senso di unione fra il Cielo, la Terra e gli esseri che li abitano. Noi adulti purtroppo, spesso ci dimentichiamo che la natura ci offre i cibi, l’aria, l’acqua e l’ambiente nel quale fare esperienza, nel quale vivere. Siamo parte di essa, ne siamo influenzati e la influenziamo. Possiamo quindi, provare anche noi a recuperare il naturale sentimento di coesistenza, di interdipendenza e di amore, ponendo attenzione quotidianamente a ogni gesto che compiamo.