Lasciati ispirare dalla musica cinese attraverso la storia di Wanying e assapora l’eleganza del suono del suo strumento sulla melodia di Sheng Sheng man.
Un vero musicista non dispensa solo musica, ma offre il suo cuore attraverso la musica.
Cosa succede se mettiamo uno strumento di 2500 anni nelle mani di una bimba di 8?
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Un giorno, all’età di 8 anni, Wanying va con la nonna a fare una delle loro solite passeggiate in città, ma questa volta, a metà strada prima di arrivare al parco, la nonna le tira gentilmente la mano per guidarla in una nuova strada. Waniyng tituba un attimo e poi segue la nonna incuriosita da nuovi palazzi, nuovi negozi, un nuovo paesaggio.
Il sole è ancora alto e filtra attraverso gli alberi proiettando luci danzanti su vetrine e insegne, gli occhi di Wanying sono rapiti da quei mosaici in movimento e dalle vetrine più colorate e curiose. Un calzolaio con scarpe e cinture in pelle poggiate su alcune mensole, un market con un’intera vetrata di caramelle, una vetrina piena di gioielli scintillanti, un negozietto di abbigliamento con vestitini colorati che ondeggiavano al vento.
Sente di nuovo tirare la mano. La nonna sta guardando una vetrina e al suo interno ci sono tanti oggetti in legno e metallo lucente. Sono strumenti musicali, alcuni sono enormi, altri più piccoli e sottili, ognuno ha un ornamento, un intarsio o una motivo disegnato che lo rende unico.
Restano qualche minuto fuori ad osservare la vetrina ma il bottegaio non si fa sfuggire l’occasione ed esce dal negozio per invitarle ad entrare.
Il profumo all’interno è ancora più pervadente dei colori, un forte odore di legno misto a qualche olio profumato. Ci sono strumenti di ogni tipo, non ce n’è uno uguale all’altro e sono tutti bellissimi.
Prima che Wanying si abitui a tutto questo sfarzo, la nonna la guarda negli occhi e le dice: “Scegline uno che ti piace”. Lei emozionata, non sa dove guardare ma timidamente si decide ad iniziare una perlustrazione ravvicinata con le mani dietro la schiena.
Non è ancora arrivata a dieci passi, quando si gira guardando la nonna con un enorme sorriso, indicando uno strumento che era più grande di lei. Il bottegaio un po’ stupito si siede davanti allo strumento e azzarda un motivetto pizzicando qualche corda, per farle sentire come suona.
Quando escono dalla bottega Wanying stringe la mano della nonna. Non sono più dirette al parco, oggi si torna a casa presto, ma alla bimba non interessa. Ora è occupata nell’impresa di camminare diritta senza inciampare, non riesce a non guardare ciò che stringe la nonna nell’altra mano, un GǔZhēng tutto suo (古箏 – pronunciato guu-jong), un antico strumento tradizionale cinese.
Da quel giorno di primavera sono passati circa vent’anni e Fu Wanying sa da tempo cosa siano la dedizione, la cura, la costanza.
L’innamoramento per il suo GǔZhēng è bruciato molto in fretta e come spesso accade da bambini, la curiosità è presto diventata abitudine e l’entusiasmo nel pizzicarne le corde è diventato noioso e scontato.
Ancora una volta la nonna l’ha accompagnata per mano, col tempo le ha fatto scoprire come con la perseveranza e l’impegno si può imparare a fare qualunque cosa. Le ha insegnato che in seguito ad un lungo esercizio e studio si ha la possibilità di liberare la fantasia ed esprimere il proprio cuore, anche attraverso un GǔZhēng.
Non è stato necessario che passasse troppo tempo perché Wanying scoprisse il potere della musica che è diventata una vera e propria passione. Il suo strumento ora le permette di esternare gioia, sofferenza, malinconia ed eccitazione. Tutto quello che prova può essere detto dalla sua musica.
Forse Wanying lo aveva già deciso da tempo ma ora lo sapeva, era una musicista e questo sarebbe sempre stata.
Così si laurea nella facoltà di musica dell’Università di Qiqihar in Cina e ottiene una borsa di studio per merito. Prende parte a diversi concerti col GǔZhēng e contemporaneamente insegna musica a bambini ed adulti presso una scuola privata. La sua carriera in Cina sembra già scritta, ma quella bimba di 8 anni forse aveva altro in mente quando ha scelto il suo strumento.
Wanying studia e approfondisce la sua materia, ma sente spesso parlare dell’Europa e soprattutto dell’Italia, come patria Occidentale di un’altra musica, una musica diversa dalla sua, qualcosa che lei non conosce a fondo e che la può ispirare ancora una volta. Cerca un luogo dove poter rinforzare la sua passione, così nel 2016, sola ma col suo GǔZhēng, arriva a Bologna dove attualmente vive e sta per laurearsi in Discipline della musica e del teatro.
Non ha smesso di suonare in pubblico, viaggia da anni per esibirsi in svariate località italiane, insegna ancora a grandi e piccini, ma il suo desiderio più grande è quello di far conoscere al mondo l’antica cultura musicale cinese attraverso la sua musica.
Un magico strumento
Il GǔZhēng noto anche semplicemente come zheng (gu significa infatti “antico”) è uno strumento musicale tradizionale cinese che appartiene alla famiglia delle cetre. Ha una storia di oltre 2500 anni e nel tempo è passato da 16 a 18 corde, per arrivare fino a 25, anche se il modello attualmente più diffuso ne ha 21. Una volta le corde erano fatte con della seta attorcigliata ma oggi si usano corde in metallo avvolte in un filo di nylon.
Rispetto alle cetre o alla nostra arpa, la sua peculiarità è che fra le due estremità della corda si erge un ponte che tiene le corde sollevate e non c’è una tastiera su cui fermarle. Solitamente queste vengono pizzicate con entrambe le mani tramite l’ausilio di otto plettri legati su ogni dito, tranne i mignoli.
La mano sinistra è spesso usata per premere le corde sul lato sinistro del ponte e tenderle a piacimento, permettendo non solo di produrre il tono desiderato, ma anche di esprimere tecniche vibrate, glissate o di bending.
Le 21 corde sono intonate su quattro scale pentatoniche consecutive, ossia Do, Re, Mi, Sol, La, tipiche della musica cinese. Alla mano sinistra quindi è lasciato il compito di riprodurre qualunque semitono si trovi in mezzo a queste note, dando molte occasioni di giocare ed esprimere diversamente un pezzo.
Non è uno strumento comunemente suonato nei parchi o nelle strade, ma con un po’ di fortuna se ne può vedere qualcuno anche nelle grandi città Europee. È pensato per spettacoli di opera e concerti ed è suonato in complessi musicali tradizionali, spesso in assolo e in prevalenza da musiciste femminili.
Alcune melodie classiche, che probabilmente avrete occasione di ascoltare quando vedrete suonare un GǔZhēng sono certamente “Il peschereccio canta la sera”/”la canzone notturna dei pescatori” (渔舟唱晚), “Taccola che gioca nell’acqua” (寒鸦 戏水) e la movimentata “Lotta contro il tifone” (战 台风), ma anche “Primavera della montagna di neve” (雪山春晓), ”La luna sopra il palazzo Han” (汉宫 秋月), “ll fiore e la luna nella notte di primavera” (春江花月夜) e “Danza della tribù Yi” (彝族舞曲).
Qui sotto puoi ammirare l’esibizione dell’orchestra filarmonica cinese della “Canzone Notturna Dei Pescatori” e lasciarti rapire dalla maestria e dalla bellezza della musicista di GǔZhēng:
Il Guzheng picchia forte!
Un vecchio detto afferma “Zheng in orizzontale è uno strumento, in verticale è un’arma’‘. Potrebbe sembrare una massima sibillina che nasconde chissà quale significato simbolico e mi piacerebbe tanto provare a intrattenervi in qualche riflessione filosofica, ma non è questo il caso. Si narra infatti che nel periodo degli Stati Combattenti il Zheng fosse una vera e propria arma da combattimento usata in verticale per colpire il nemico.
Nel tempo, non si sa bene quando e a chi venne quest’idea bizzarra, ma qualcuno pensò bene di aggiungere le corde nella parte superiore e provando a suonarlo, scoprì che produceva un suono meraviglioso, dimostrandosi un oggetto piuttosto versatile… adatto comunque a suonarle in qualche modo.
Con il passare del tempo le armi sono diventate sempre più leggere, e l’enorme Zheng è stato abbandonato come arma. Il Zheng che oggi conosciamo è “solo” un incantevole strumento musicale con belle forme e decorazioni, ma sono certa che se ve lo tirassero su un piede saprebbe ancora rivendicare con orgoglio le sue radici.
Sheng sheng man, 声声慢
Sheng sheng man è una canzone malinconica molto popolare tra i cinesi e Wanying ce ne offrirà una sua interpretazione.
Nasce come poesia, nel periodo Song, dalla creatività della più grande poetessa e saggista della storia cinese: Lǐ Qīngzhào 李清照.
Viene messa in musica dal compositore Johan Famaey nel 2011 e fa parte del ciclo musicale “Memorie cinesi“.
Probabilmente scrisse la poesia quando la sua famiglia fuggì a Sud del fiume Yangzi, dopo la fine della dinastia Song del Nord. Poco tempo dopo sopraggiunse la morte prematura di suo marito, lasciandola sola con nient’altro che dolore e sofferenza.
La canzone estrae dal testo della poesia due frasi classiche di Li Qingzhao ed esprime chiaramente con le sue note l’umore nostalgico.
qīng zhuān bàn wǎ qī
青 砖 伴 瓦 漆
bái mǎ tà xīn ní
白 马 踏 新 泥
shān huā jiāo yè mù sè cóng
山 花 蕉 叶 暮 色 丛
rǎn hóng jīn
染 红 巾
wū yán sǎ yǔ dī
屋 檐 洒 雨 滴
chuī yān niǎo niǎo qǐ
炊 烟 袅 袅 起
cuō tuó zhǎn zhuǎn wǎn rán de nǐ
蹉跎辗转宛然的你
zài nǎ lǐ
在哪里
xún xún mì mì
寻 寻 觅 觅
lěng lěng qīng qīng
冷冷清清
Yuè luò wū tí yuè yá luò gū jǐng
月落乌啼月牙落孤井
líng líng suì suì
零零碎碎
diǎn diǎn dī dī
点点滴滴
mèng li yǒu huā mèng lǐ qīng cǎo dì
梦里有花梦里青草 地
cháng fā yǐn liányī
长发引涟漪
bái bù zhǎn shí jī
白 布 展 石 矶
hé tóng chēng gǎn bǎi cháng zhōu dù gǔ xī
河 童 撑 杆 摆 长 舟 渡 古 稀
wū yán sǎ yǔ dī
屋 檐 洒 雨 滴
chuī yān niǎo niǎo qǐ
炊 烟 袅 袅 起
cuō tuó zhǎn zhuǎn wǎn rán de nǐ
蹉跎辗转宛然的你
zài nǎ lǐ
在哪里
Il testo non è di facile traduzione, ma ci proviamo comunque. È una canzone malinconica che esprime il dispiacere di un cuore malato, il cuore di un cavaliere che cavalca attraverso il crepuscolo, attraverso i lunghi anni, cercando invano la persona amata.
Mattoni blu alternati a piastrelle dipinte
Il cavallo bianco calpesta il fango fresco
Fiori selvatici e foglie di banano tinti di rosso nel crepuscolo
Gocce di pioggia sulla grondaia
Il fumo di cottura è ovunque
Stai camminando intorno
Dove sei
Cerco, io cerco e cerco, io cerco
Eppure è freddo, così freddo
La luce della luna cade in un pozzo solitario
Alla ricerca di frammenti
Alla ricerca di frammenti
Ci sono fiori nel sogno
Stoffa bianca tra le rocce del fiume
Il barcaiolo che attraversa il fiume dal verde al grigio
Gocce di pioggia sulla grondaia
Il fumo di cottura è ovunque
Stai camminando intorno
Dove sei
Se ti è piaciuto questo pezzo puoi visitare il canale YouTube di Wanying che in Italia si fa chiamare Ilenia. Iscrivendoti riceverai le notifiche ogni volta che pubblicherà un nuovo contenuto.
Buon ascolto!
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